Le potenzialità del territorio solo in parte diventano motori di progresso e di miglioramento delle condizioni socio-economiche, come già evidenziato nell’introduzione. Certamente agricoltura, turismo, artigianato qualificato, piccole imprese sono nella vocazione della popolazione, ed in parte sono tradotti in attività produttive che tuttavia hanno un orizzonte di mercato ristretto. Le famiglie riescono a mantenere un livello di vita dignitoso grazie sopratutto alle componenti impegnate nel settore dei servizi, specie del pubblico, in quanto garantiscono una stabilità di reddito. Il settore privato è legato sopratutto a finanziamenti pubblici e soggetto sempre a volatilità data la difficoltà a mantenere parametri di produttività costanti.
L’analisi del contesto territoriale, che è stata posta a base dei precedenti due piani triennali dell’offerta formativa, può essere sostanzialmente confermata anche all’inizio di questo terzo triennio. In effetti continua a sussistire una sostanziale condizione di marginalità, sia sul piano sociale che economico, nonostante i piani di intervento legati alla “Strategia Nazionale per le Aree Interne”. Si può anzi affermare che tale condizione si è aggravata come dimostra il processo di spopolamento che da tempo è in atto e che ha portato a una drastica riduzione della popolazione in età scolare. Se tale situazione ha già prodotto i suoi effetti sulla scuola primaria e secondaria di primo grado, tale effetto comincia ad estendersi alla scuola secondaria di secondo grado. L’utenza potenziale è in forte decrescita e sembra difficile porre un ostacolo a tale andamento. Basta fare riferimento ai dati delle scuole primarie e secondarie di primo grado per fare delle proiezioni sui prossimi anni. Il calo demografico va spiegato con riferimento a due fattori: uno strutturale e l’altro contingente. Il secondo è il periodo pandemico, che pur non avendo prodotto nel territorio situazioni di diffusa gravità epidemiologica, ha comunque aggiunto nuove difficoltà all’esercizio delle attività economiche e commerciali e accentuato i processi migratori. La fuga dal territorio tuttavia era una situazione già in atto e che può essere considerarta una costante degli ultimi decenni. Non per caso nel corso dell’ultimo decennio si è verificato l’accorpamento di Istituti sia comprensivi che di secondaria superiore che non riuscivano più a rientrare nei parametri fissati dalla legge.